Costa Vescovato, Alessandria
(13% Vol)
Cantina fondata nel 1929 e da sempre a conduzione familiare. Daniele Ricci coniuga tradizione e sperimentazione, conduce i vigneti in maniera naturale e biologica e viene considerato tra gli enologi più sperimentali.
Gli 8 ettari vitati, particolarmente erti, sono disposti come in un anfiteatro naturale.
I vini di Daniele Ricci sono piuttosto difficili da trovare e per la dimensione contenuta dei vigneti e per la rigorosa selezione in vigna dove ogni scelta agronomica adottata è ponderata in maniera oculata e razionale.
In cantina ogni passaggio viene monitorato: vengono impiegati esclusivamente i lieviti indigeni per la fermentazione, la solforosa è di gran lunga inferiore a quella consentita, non vengono effettuate né filtrazioni né chiarifiche. Per l’affinamento in legno dei vini bianchi si avvale di grandi botti in legno di acacia. Bottiglie ricche nel corpo, polpose e ben equilibrate, minerali ed eleganti, profonde e potenti, nonché oltremodo sorprendenti per ciò che riguarda il potenziale di invecchiamento. La produzione si attesta tra le 20k e 30k bottiglie ogni anno.
Uvaggio: 100% Timorasso
Colore: giallo dorato, intenso.
Profumo: grande impatto olfattivo, toni agrumati, da sfumature minerali e affumicate, e da ricordi di erbe officinali.
Gusto: ampio, sostanzioso e di grande respiro, armonico, fresco, corposo, persistente. Complesso, molto varietale con note minerali in evidenza, grasso e acido insieme, lungo.
Abbinamenti: ottimo con pesce o carni bianche, da provare con il petto di tacchino arrotolato ripieno di finferli.
Il “San Leto” viene prodotto con le uve del vigneto più vecchio di solo 1 ha. Raccolta uve sovramature, macerate 3 solo tre giorni per non estrarre le note più dure e tanniche, fermentate in acciaio e affinate in botte di acacia per 12 mesi. Altri 24 mesi in bottiglia prima della commercializzazione. Destinato a lunga vita, evolverà per anni, passando progressivamente da sensazioni più fresche di fieno e frutta matura a note più evolute di idrocarburo. Sorso di campagna ricco e sfaccettato, da bere e ribere se e quando non si può andare a respirare i campi dal vivo.
Fonti:
https://timorasso.de