Scarpe & Cervello – Icone, iconemi e fondali paesaggistici:
La visione della montagna vista dalla pianura del Tagliamento – Domenica 22 aprile
Inizia l’edizione 2012 di Scarpe & Cervello, la campagna per la tutela del paesaggio friulano che Legambiente ha inaugurato nel 1994.
Quest’anno il tema indaga il rapporto tra il paesaggio e la formazione di immagini dello stesso.
Ci muoveremo sul territorio guardandolo con una prospettiva temporale lunga, a partire dalle immagini di alcuni dipinti del Cinquecento che hanno immortalato un certo spirito dei luoghi.
L’occasione è ancora una volta quella di leggere il paesaggio e le sue forme evolutive, anche quando queste presentano atti mancati, schizofrenie e amnesie tipiche della nostra società contemporanea.
Domenica 22 aprile
La visione della montagna vista dalla pianura del Tagliamento
Percorso
L’escursione inizierà a San Vito al Tagliamento, nei pressi della chiesa dei Battuti, e si snoderà lungo l’alta pianura fino a Valvasone.
Tempo di percorrenza: 7 ore
Grado di difficoltà: nessuno, attrezzatura da trek, stagione consigliata primavera o autunno, si percorrono molte strade campestri e si attraversano alcuni centri urbani
Motivazioni per la scelta dell’itinerario
La grande pianura alluvionale friulana ha sempre dialogato in termini paesaggistici con la corona delle montagne che la chiude, in modo tanto secco, a monte. Soprattutto in provincia di Pordenone la montagna precipita con pendii molto ripidi da cime che superano i 2.000 metri e che hanno un carattere dolomitico, come il Monte Cavallo e il Monte Raut.
Il “muro” di montagne ha sempre influenzato la percezione dello spazio nelle comunità di pianura e non è un caso che questo profilo compaia in tanti dipinti prodotti soprattutto nel XVI secolo.
Per esempio, questa attenzione alla corona delle montagne viste da una lontana pianura è molto evidente nella pittura del sanvitese Pomponio Amalteo, ma anche in alcune opere del suocero, il Pordenone. La questione diventa ancora più intrigante se consideriamo alcuni artisti moderni come i sanvitesi Virgilio Tramontin e Federico De Rocco, che hanno spesso rappresentato i lontani rilievi visibili dalla loro terra. A differenza del ruolo realistico che il paesaggio ha nell’opera pittorica di Cima da Conegliano nella pittura dei sanvitesi i monti restano quasi indefiniti, come avvolti nella foschia che molto spesso scioglie e diaframma il confine con la pianura. Per l’Amalteo e il Pordenone la ricostruzione del paesaggio non è esatta, è in realtà un fondale solo abbozzato, esattamente come durante certe giornate fosche e umide, nel quale ambientare l’arrivo di improbabili Magi, o altre scene mitiche. […]
Descrizione del percorso
Il percorso parte dal centro di San Vito al Tagliamento, e precisamente dagli affreschi del presbiterio della Chiesa dei Battuti dipinta da Pomponio Amalteo.
In questi dipinti l’attenzione dell’artista per il paesaggio è evidente.
Il bambino nasce non in una grotta ma sotto un ricovero in legno, come quelli che nel Cinquecento popolavano i villaggi della pianura. […]
(Continua…)